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LA DEPOSIZIONE

La scelta di trattare gli argomenti relativi al Gruppo della Deposizione in una sezione distinta va spiegata in considerazione dell' importanza che quest' opera ha avuto per la vita artistica e privata dello scultore e su quanto abbia influito, e continui a farlo, su quella del nipote Maurangelo, unico erede di quell' essere "… schivo e inconsciamente orgoglioso benché promettente e ben disposto per l' Arte …" come il maestro F. Cifariello disse del suo allievo nel 1931.
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La sequenza di date si rifà ai momenti più indicativi per un'opera che vedrà i due Cozzoli servi di un sogno che oggi è: La Deposizione.

1925 - "Ho a lungo pensato quale possa essere il soggetto eterno, tragico, che possa ricavare dalla materia e sono giunto alla conclusione che la tragedia divina della Deposizione di Cristo mai affrontata in forma monumentale, possa soddisfare il mio sogno" (da un colloquio che G. Cozzoli ebbe, nel suo studio con l' avv. G. Poli).

1925/31 - A questo periodo va datato il complesso di studi a matita ed i bozzetti in terracotta, terracruda e gesso che sono a tutt'oggi patrimonio della collezione degli Eredi Cozzoli.

1931 - Sabato 3 Ottobre lo scultore Cozzoli segna l' inizio dei lavori al Gruppo della Deposizione nel suo studio di Palazzo Cappelluti.

Seguono anni in cui Cozzoli alterna la scultura della sua Deposizione alla lavorazione di altre opere commissionate.
Escono, così, dal suo studio le due statue del Marinaio e dell' Agricoltore per il Palazzo della Provincia (1936-37) e numerosi busti di cui quello di A. Diaz (1937) e quello di F.co Laterza (1940).

1942/45 - In questo periodo lo stesso Cozzoli, da più documenti, segna il termine dei lavori all' Opera.

Tra questi scritti c' é un registro di spese che Cozzoli redige con estrema dovizia nei quattordici anni in cui resta impegnato al lavoro della sua Opera.

1942/57 - In questi anni l' Opera in gesso, mai uscita dallo studio di Palazzo Cappelluti, attende un acquirente che permetta a G. Cozzoli di avviarne la traduzione in marmo.

Le possibilità che ciò accada si fermano ai tanti fervidi propositi che mai vedranno compimento. Dall' archivio epistolare dello scultore si può ricostruire, con ben pochi dubbi, tutto il periodo che vedrà Cozzoli penare per le sempre vane trattative sulle possibili destinazioni del Gruppo.
Ad una esposizione del Gruppo s' interessa tra gli altri tanto lo Stato del Vaticano quanto quello del Venezuela avendo, quest' ultimo, i fondi per la fusione in bronzo che scongiurerebbe il degrado dell'opera se questa restasse in gesso.

1971 - In un pomeriggio di Maggio il Gruppo lascia il Palazzo Cappelluti, ormai in demolizione, per essere trasferito in una Fonderia artistica di Verona. Ad accompagnare la grande scultura Maurangelo Cozzoli, nipote dello scultore, ed il pesante silenzio di quanti nulla hanno fatto, pur potendo, a che ciò non accadesse.

1971/85 - In questo lungo periodo, con una cadenza di circa tre mesi per due volte l'anno, Maurangelo Cozzoli si trasferisce a Verona per lavorare in prima persona alla traduzione in bronzo dell' Opera lasciata in gesso dallo zio. Egli cura la rifinitura dei calchi in cera e l' impegnativa raspinatura dei pezzi fusi con la dedizione artigianale e l' indole artistica che aveva maturato negli anni di bottega dallo zio scultore.

1985 - In agosto la Deposizione lascia la Fonderia di Verona, ma pur tornata a Molfetta non trova una pronta destinazione dove si possano eseguire i trattamenti di superficie che la rendano eterna.

1989 - L' Officina Meccanica dei fratelli Squeo a Molfetta mette a disposizione di Maurangelo Cozzoli uno spazio adeguato per l' impianto dei lavori di rifinitura della superficie dell' intero Gruppo in bronzo. In questa sede Maurangelo Cozzoli lavorerà da solo fino alla completa preparazione del Gruppo per i trattamenti di patinatura.

1996 - L' Opera patinata da un gruppo di tecnici di una fonderia artistica di Pietrasanta viene trasferita nel Duomo di Molfetta.

1997 - In occasione del 40° anniversario dalla morte dello scultore il 15 febbraio, nel Duomo, si svela l' Opera agli occhi delle autorità civili, religiose e di una folla commossa che visiterà la mostra documentaria sulla storia del Gruppo, allestita con successo in città, fino all' aprile successivo.

1999 - A marzo La Deposizione lascia il Duomo Vecchio di Molfetta per essere esposta nella Cappella del Santissimo Crocifisso della Chiesa di Gesù e Maria, in Via del Corso a Roma, in occasione dell'anno giubilare. Il 28 marzo Padre Eugenio officierà una messa celebrativa con un'ulteriore svelatura dell'Opera che a tutt'oggi attende una definitiva destinazione che ne rispetti gli intenti iniziali.
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- Testo e foto tratti dal sito Giulio Cozzoli scultore (1882 - 1957).

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